Persona di spalle su sedia a rotelle su un prato che guarda il tramonto con le braccia aperte
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Come vengono rappresentate le persone con disabilità nel mondo dei media?

Vittima, individuo svantaggiato, eroe, comico: sono molteplici le etichette con cui si dipingono le persone con disabilità nei media. Sappiamo bene quanto i modelli preconfezionati di rappresentazione mediatica abbiano l’enorme potere di plasmare il pensiero comune. Influendo quindi, negativamente o positivamente, sulle vite delle stesse persone con disabilità.

Una ricerca svolta in America e un’analisi presentata in Italia offrono una panoramica sul rapporto tra disabilità e media.

La narrazione sulle persone con disabilità

La ricerca condotta oltreoceano vede protagoniste persone con disabilità che hanno analizzato e dato la loro opinione sulle narrazioni circa il proprio senso di identità personale.I risultati emersi possono così essere riassunti:

  • da una parte troviamo narrazioni irrealistiche: le persone con disabilità vengono rappresentate come soggetti svantaggiati o vittime di una sorte avversa;
  • dall’altra traspare un’immagine alquanto positiva della disabilità in generale: le persone con disabilità nutrono un atteggiamento positivo nei confronti della loro identità.

Basta con i soliti stereotipi: andiamo oltre ad una visione preconfezionata della disabilità.

Persona di spalle su sedia a rotelle su un prato che guarda il tramonto con le braccia aperte

Uno studio italiano su disabilità e media

Tornando nel nostro paese, citiamo il “Rapporto 2012. Disabilità e media. La rappresentazione delle persone con disabilità nel sistema italiano dell’informazione” stilato dalla Fondazione Giacomo Matteotti di Roma. Particolare attenzione è posta su alcuni esempi di storie pubblicate sui quotidiani e raccontate direttamente dalle persone con disabilità. Emerge con chiarezza che pietismi o sensazionalismi sono assolutamente evitati per restituire un racconto che rispecchia quanto più possibile la realtà.

Per narrare il tema della disabilità, invece, i media passano da un estremo all’altro:

  • le persone con disabilità sono descritte come supereroi che possono abbattere ogni ostacolo grazie alla propria forza d’animo o come soggetti a disagio sociale, emarginati e membri passivi, che suscitano un sentimento di compassione;
  • la disabilità, in generale, è un qualcosa che non ha nulla a che vedere con la normalità. Ci sono le “persone” e poi le persone con disabilità, accentuando, così, una rigida divisione della società.

Disabilità e media: il ruolo dell’accessibilità web

Le storie di vita trovano poca diffusione sui siti web istituzionali pubblici e sui Social Network. Il motivo è semplice: permane ancora il cosiddetto Digital Divide che spacca la società in due: da una parte le persone “tecnologicamente scolarizzate” e dall’altra, invece, coloro che si vedono preclusa la possibilità di usufruire dei servizi web.

Scritta nera "Disability" con il "dis" iniziale barrato in rosso

L’accesso all’informazione e alla comunicazione è un diritto sancito dalla Legge 67/06 contro le discriminazioni e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità all’articolo 30 (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport), secondo il quale «gli Stati riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale e adottano tutte le misure adeguate a garantire alle persone con disabilità l’accesso a programmi televisivi, film, spettacoli teatrali e altre attività culturali, in formati accessibili».

Accessibilità: il diritto all’informazione e alla comunicazione

Questi formati accessibili riguardano due aspetti: i requisiti tecnici dei dispositivi per smartphone, tablet, tecnologie web, televisione, i contenuti e servizi proposti come navigazione e acquisti web.

Se vogliamo che le modalità di diffusione dell’immagine delle persone con disabilità cambi in modo definitivo è necessario evitare di ricorrere a stereotipi o etichette che si concentrano esclusivamente sulla condizione di disabilità. Ripartiamo dal raccontare il punto di vista di chi vive in prima persona la disabilità. Concentriamoci sulle abilità che non emergono da una narrazione mainstream. Non focalizziamoci sui limiti, ma sugli sforzi affrontati per abbattere ogni ingiustificata discriminazione.ù

In fin dei conti, la disabilità è solo una parte della persona: un aspetto delle molteplici sfaccettature dell’essere umano.

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