Nel tripudio olimpico e paralimpico di Tokyo, l’apice è stato raggiunto in occasione della finale dei 100 m piani donne nella categoria paralimpica T63. Qui tre azzurre hanno dominato la finale, conquistando oro, argento e bronzo. La vincitrice è stata Ambra Sabatini: vediamo quindi la sua storia, dalla passione per lo sport all’atletica, dall’incidente alla vittoria paralimpica. Ecco raccontato chi è Ambra Sabatini, oro nei 100 m donne alle Paralimpiadi di Tokyo 2020.
Ambra Sabatini nasce il 19 gennaio 2002 a Livorno, ma vive da sempre a Porto Ercole, in provincia di Grosseto. Fin da subito manifesta grande interesse nello sport, praticando dapprima pattinaggio per due anni e poi pallavolo per sei anni.
La passione per l’atletica inizia col mezzofondo, disciplina nella quale ottiene risultati interessanti. Nella categoria “cadette” (14-15 anni) ottiene i seguenti primati personali:
Nella categoria “allieve” (16-17 anni) cambiano le distanze e Sabatini si cimenta con gli 800 e i 1500 m, ottenendo un tempo rispettivamente di 2’23”29 e di 4’55”99. Entrambi i tempi erano validi per qualificarsi ai campionati italiani di categoria, ma sono stati ottenuti a settembre, a campionati già avvenuti.
Il 5 giugno 2019 Sabatini è sul motorino con suo padre, mentre sta tornando da un allenamento. Una macchina invade la loro corsia di marcia, facendoli cadere a terra. I due rotolano per parecchi metri e Ambra si rende conto fin da subito che le sue condizioni sono gravi.
Trascorre una settimana in terapia intensiva. In seguito, viene sottoposta ad alcune operazioni di assestamento. La gamba sinistra viene amputata sopra al ginocchio. Da quel momento Sabatini deve aspettare tre mesi prima di tornare a camminare e andare a scuola.
Per riprendere a praticare atletica serve una protesi e le consegne sono rallentate a causa della pandemia da Coronavirus. Nel frattempo si dedica allora al ciclismo e al nuoto: nascono così le fantasie di diventare triatleta, a cui per ora non ha ancora dato seguito.
Non appena arriva la protesi, Ambra Sabatini riprende a fare ciò che più desidera: correre. Questa volta si dedica alla velocità, ottenendo fin da subito ottimi risultati, con il bronzo ai Campionati Italiani assoluti paralimpici nei 100 m, col tempo di 16”68, nella categoria T63. A questa prima medaglia si aggiunge l’argento nel salto in lungo, con la misura di 3,83 m.
L’esordio internazionale si ha al Gran Prix di Dubai: vince la gara dei 100 m piani con il crono di 14”59, che vale il minimo per la partecipazione alle Paralimpiadi di Tokyo, ma soprattutto il record mondiale della categoria T63.
Arrivata a Tokyo è subito battaglia con Martina Caironi, che nelle qualifiche le “ruba” il record del mondo, facendo segnare 14”39. Pochi minuti dopo ha l’occasione di rispondere, firmando, nella batteria successiva, un tempo di 14”37, nuovo record mondiale. Si arriva in finale con le tre azzurre come favorite.
Come detto, dopo due record del mondo, le due grandi favorite sono Martina Caironi e Ambra Sabatini. Poco dietro di loro si posiziona Monica Graziana Contrafatto. Caironi e Contrafatto hanno già partecipato alle Paralimpiadi, vincendo anche delle medaglie.
In finale l’atleta iraniana in corsia 5 ha un ottimo spunto in partenza, riuscendo inizialmente a prendere alcuni metri alle italiane. Come dice il telecronista, però, “avanza l’onda azzurra”: le tre italiane recuperano rapidamente metri.
Prima Sabatini, poi Caironi e infine Contrafatto superano l’atleta mediorientale, e tagliano il traguardo in quest’ordine. Per Ambra c’è anche un record del mondo, 14”11.
Per scoprire la storia di Martina Caironi e Monica Graziana Contrafatto, leggi l'articolo a questo link!